Fonti: Il Gazzettino e Il Corriere delle Alpi - 17/11/2004
I vertici di Confindustria sono i destinatari di una lettera inviata in questi giorni dai rappresentanti dei dipendenti, per cercare di meglio coinvolgerli nel caso Pedavena.
La lettera è stata inviata a Luca Cordero di Montezemolo, Presidente Nazionale Confindustria, a Rossi Luciani, Presidente Confindustria Veneto, a Bortoluzzi, Presidente Industriali di Belluno, a Mazzoleni, Presidente Confindustria Lombardia, a Perini, Presidente Assolombarda.
Nel testo si legge: "Una volta chiusa la fabbrica come potranno essere rimpiazzati nel territorio i posti di lavoro, diretti e indiretti? Dovremo attenderci nuove e alquanto improbabili leggi nazionale o europee a sostegno di una nuova imprenditoria? Non credete sia meglio difendere ciò che possediamo con successo e ciò che è indissolubilmente legato al nostro territorio? Siamo convinti che un vostro forte impegno, proteso alla difesa di ciò che ci appartiene da generazioni possa sortire risultati positivi.
E' sufficiente che Heineken collabori fattivamente nel mettere nel mercato lo stabilimento di Pedavena, senza porre vincoli o clausole che di fatto ne impedirebbero l'alienazione a terzi. Per esempio, se, come ha dichiarato l'Amministratore Delegato di Heineken Italia, prima di tutto l'azienda si preoccuperà di trovare una soluzione per i dipendenti e solo dopo si renderà disponibile a prendere in considerazione l'eventuale alienazione a terzi dello stabilimento, implicitamente è consapevole che non potranno esserci potenziali imprenditori interessati a rilevare l'attività. Qual è infatti l'imprenditore che acquisisce una fabbrica di birra senza le sue specifiche maestranze e le loro cosiddette competenze distintive? In una simile circostanza non potremo più parlare di uno stabilimento di birra in vendita, bensì di una scatola vuota…
Pedavena è un caso unico nel panorama industriale veneto e forse anche oltre!
Il sostenere in modo convinto il "caso Pedavena" porterà un beneficio a tutti: all'economia locale, innanzi tutto, poi all'immagine della classe imprenditoriale e, soprattutto, eviterà che un territorio decentrato venga penalizzato solo perché si trova in posizione periferica rispetto ad altre più fortunate direttrici economiche e di traffico… Se la Provincia di Belluno perderà Pedavena, nessuna altra fabbrica qui dislocata sarà difendibile nel tempo, men che meno se si tratterà di aziende con storia e sedi esterne al nostro territorio".
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