Fonte: Corriere delle Alpi - 04/09/2005
In settimana arrivano gli svedesi «Noi siamo ancora più ottimisti»
Missione in città per gli svedesi di Kopparberg, guidati dal presidente Peter Bronsman, che giovedì e venerdì saranno a Pedavena, probabilmente per appronfondire alcuni aspetti legati alle trattative per l’acquisto da Heineken della Birreria. Bocche cucite sull’obiettivo della visita
Già nei mesi scorsi l’amministratore di J&D Royal, che si occupa dei rapporti italiani di Kopparberg, Jens Bernhardsson aveva visionato la fabbrica pedavenese, ma aveva chiesto la possibilità di una visita maggiormente approfondita.
«La trattative sta procedendo», spiega lo stesso Bernhardsson, «ed io, che sono di norma ottimista, in questo periodo lo sono ancora di più, perché ci sono stati dei passi avanti. Non credo comunque che l’incontro in programma il 15 settembre a Roma possa essere risolutivo, perché c’è ancora da lavorare».
Un’opinione condivisa anche da Antonio Cirino, del gruppo Tarricone, altro aspirante acquirente del centenario stabilimento pedavenese. «Credo sia molto difficile arrivare a una soluzione definitiva per quella data, anche se possono sempre essere possibili degli sviluppi. Per quanto ci riguarda, posso solo dire che la trattativa prosegue. A mio giudizio positivamente».
Nell’attesa di sapere cosa uscirà dal nuovo incontro al ministero del Lavoro con il sottosegretario Maurizio Sacconi, per ora previsto appunto per il 15 di settembre ma non ancora ufficialmente confermato, continua a muoversi il Comitato popolare pedavenese. La nuova iniziativa è frutto di un colloquio informale con il presidente del consiglio comunale di venezia, Renato Boraso, e prevede la partecipazione di una barca targata Birreria Pedavena, e soprattutto siglata «Dont’ touch my beer», alla regata storica veneziana. Una partecipazione pacifica pensata, spiega Boraso, «perché il patrimonio storico culturale che lega la nostra città alla comunità feltrina e in particolare alla Birreria Pedavena, meta di tante visite dei nostri cittadini, non si debba perdere, soprattutto per le ripercussioni in termini occupazionali».
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