Fonte: Corriere della Sera e Sole 24 Ore - 12/01/2005
Con due ampi articoli apparsi il 12 gennaio 2005 i due grandi e autorevoli quotidiani italiani hanno dato grande risalto al “caso Pedavena”.
Su tre colonne e a caratteri cubitali il Corriere della Sera titolava:
Heineken chiude in Veneto. Ed è rivolta.
E Il Sole 24 Ore su altre tre colonne titolava in grande evidenza:
Guerra della birra a Pedavena. Contro Heineken 40 mila firme.
In particolare, il giornalista del Corriere della Sera, Mario Gerevini, scriveva: “Che cosa è successo di tanto importante in un paesino vicino a Feltre (Belluno) da aver messo d’accordo una sessantina di parlamentari di tutti gli schieramenti, da aver convinto il vescovo, il presidente della Regione, Savino Pezzotta e altri 40 mila a firmare una petizione, da aver dato origine a un sito Internet visitato da oltre 300 mila navigatori, provocato interrogazioni parlamentari in Italia e in Europa, striscioni agli stadi di rugby e una sollevazione popolare per la difesa delle radici culturali?
E’ successo che la Heineken, la multinazionale della birra, ha deciso di chiudere la Birreria Pedavena. Il motivo? Le classiche e legittime logiche economiche e produttive di un grande gruppo. Solo che quella non è una birreria qualsiasi, è il cuore e il simbolo di un territorio.
A Pedavena si fa birra speciale (premiata a livello mondiale) da 107 anni, c’è una tradizione di grandi maestri birrai, lo stabilimento produce birre di nicchia, l’immenso ristorante ha 600 mila clienti all’anno ed è la più grande birreria italiana (360 mila litri annui venduti) e una delle prima in Europa. Un paese è nato e cresciuto intorno ad essa. … Tutti vogliono che a Pedavena si continui a produrre birra. … Sul sito della protesta (www.birreriapedavena.info) c’è già chi arriva a proporre il boicottaggio dei prodotti Heineken. … Italo Sandi, parlamentare DS, ha dichiarato: “Spero che Heineken colga l’importanza di questo grande movimento trasversale” .
A sua volta il giornalista del Sole 24 Ore, Claudio Pasqualetto, scriveva: “Il 31 luglio prossimo la più antica fabbrica tradizionale italiana di birra, quella di Pedavena, chiuderà i battenti. Un fermo che doveva avvenire a fine dicembre e che è stato procrastinato dopo un’autentica sollevazione popolare testimoniata dalla marea di firme raccolte per strada e su Internet. A far arrabbiare il sindaco di Pedavena, Zaetta, e il gruppo di sostenitori della birreria è il fatto che l’azienda gode buona salute, è profittevole. Heineken non lo ha mai negato: la scelta è dettata solo da strategie aziendali che chiedono la concentrazione della produzione in grandi poli dove sono realizzabili maggiori economie di scala. … A Pedavena il comitato pro-birreria ha fatto un po’ di conti e ha concluso che, sebbene la produzione sia stata ridotta nel 2004 a 600mila ettolitri, il fatturato è stimabile in 59 milioni per una produzione ad altissimo valore aggiunto visto che i costi del personale non andrebbero oltre il 6. Il tutto con un Ebit valutato al 10% e un risultato netto di almeno il 5,5%. La battaglia - assicurano a Pedavena – non è solo romantica per questo stabilimento che ha cominciato a fabbricare birra nel 1897 ed è diventato sinonimo di un prodotto di alta qualità a livello europeo”.
Per approfondimenti, da Supereva.it: articolo del Corriere della Sera e articolo del Sole 24 Ore
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