Fonte: Il Gazzettino - 30/09/2005
L’ADDIO DI HEINEKEN Il presidente del gruppo, Pietro Perron, spiega le ragioni che hanno portato la multinazionale a chiudere la fabbrica
Pronti a cedere la struttura ma anche il marchio che ricalca il toponimo locale
Dopo 31 anni oggi l'Heineken lascia Pedavena. Subentrata nel 1974 alla famiglia Luciani, la multinazionale olandese chiuderà i cancelli abbandonando così un sito produttivo attorno al quale in questo ultimo anno si è rivolta l'attenzione di tutta l'Italia.
«Da questa sera - spiega l'ingegner Pietro Perron , presidente di Heineken Italia e presidente dei birrai d'Europa - abbandoneremo Pedavena e questo mi creda a gran malincuore».
Dopo 31 anni il gruppo birrario di cui fa parte, ingegner Perron , ha deciso di dire basta alla fabbrica feltrina. Una rinuncia che ha scatenato reazioni anche forti. Cosa vi ha portato realmente ad abbassare la sbarra?
«È stata una questione prettamente economica. La Birreria di Pedavena, secondo le strategie Heineken, non è più produttiva. È uno stabilimento storico, importante ma che ha dei limiti».
A cosa si riferisce quando parla di limiti?
«Ora servono fabbriche nuove che possano essere ampliate e dove poter installare apparecchiature del futuro. Pensi che nel nostro stabilimento di Bergamo produciamo una quantità di birra quattro volte maggiore a quella che facevamo a Pedavena e questo con pochi dipendenti in più. Questo non significa che i birrai di Pedavena non sappiano fare il loro lavoro. Anzi sono bravi. Per essere competitivi però bisogna automazione e una fabbrica studiata secondo criteri nuovi».
E questo non si poteva fare a Pedavena?
«Con grande difficoltà».
Oggi chiuderete il cancello. Quali saranno le tappe successive?
«Dopo il fermo della produzione a luglio i nostri tecnici hanno messo in sicurezza gli impianti. Questo significa che, se troveremo un acquirente, in una ventina di giorni dalle caldaie feltrine potrà riuscire ancora birra».
Il 12 ottobre siete stati convocati al ministero del Welfare. Cosa vi aspettate dal tavolo che sarà coordinato dal sottosegretario Maurizio Sacconi?
«Di trovare chi subentrerà ad Heineken nella gestione dello stabilimento di Pedavena».
La promessa fatta ad operai ed enti locali è quella di cercare prima di tutto un produttore di birra. Cosa vi ha spinto verso la decisione di cedere la fabbrica a dei concorrenti?
«È una promessa che abbiamo fatto a Pedavena. Noi siamo consci di cosa significhi la birra per il Feltrino in termini economici e storici. È per questo che, pur essendo costretti ad andar via, cederemo la struttura a dei concorrenti».
Siete già in grado di capire quali possano essere gli interlocutori migliori e più affidabili?
«In questi mesi grazie anche all'Unicredit Mobiliare abbiamo sondato il terreno proponendo la vendita e ricevendo attenzione da parte di gruppi birrari. Il termine ultimo però, per poter trattare l'acquisto è la fine della prossima settimana. Poi chiudiamo e andiamo a Roma al tavolo ministeriale».
Il sottosegretario Sacconi in un'intervista al Gazzettino ha spiegato che il 12 ottobre per lui sarà il termine ultimo. Poi stop alle trattative. Cosa ne pensa?
«Sarà così anche per noi. Dal faccia a faccia capiremo chi sarà l'azienda con la quale ci interfacceremo. Da quel giorno poi partirà la trattative di vendita vera e propria».
Quali saranno, ingegner Perron , i paletti che Heineken metterà al futuro compratore?
«Sicuramente ci sono questioni di tipo economico. Se il prezzo che i futuri compratori sarà ritenuto giusto, Heineken cederà la fabbrica. Per vendere però la nostra azienda vogliamo anche credenziali di serietà e capire con certezza il piano di sviluppo futuro?
Come vede, Perron , il futuro dello stabilimento pedavenese?
«È un'impresa sicuramente non facile. Le dico solo una cosa che può farle capire il perché delle mie parole. Forse non tutti sanno che durante questi mesi Heineken e l'Unicredit Mobiliare hanno contattato i principali produttori di birra d'Europa. In tanti hanno declinato l'invito...».
Un'altra questione che sta a cuore a lavoratori ed enti locali è il marchio Pedavena. Per non perderlo lo stesso Consiglio comunale ha registrato il toponimo. L'Heineken è pronta a venderlo al futuro compratore o vuole tenerselo stretto?
«Guardi il nostro gruppo lo può cedere. La vendita del marchio certo importante per il futuro della Birreria, rientra nelle trattative generali. È certo che lo lasciamo nelle mani di chi è interessato ad averlo. Se arriva un gruppo che vuole produrre solo le birre proprie, la Pedavena la faremo ancora noi».
Ingegnere la crisi dello stabilimento di Pedavena a quando risale?
«È una cosa di vecchia data. Pensi che le avvisaglie di crisi c'erano già nel 1999. A quel tempo avevamo pensato di puntare a Pedavena sulla birre di qualità. Un progetto che però non ha dato i risultati sperati e che, dopo anni ci ha portato a questa sofferta decisione».
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