Notizia del 19/12/2007
[Il Gazzettino]
Sulla procedura di mobilità per venti lavoratori della birreria di Pedavena, che dovrebbe partire ad aprile, se ne riparlerà a gennaio. Ieri, al termine dell'assemblea con i dipendenti, i rappresentanti sindacali hanno manifestato alcune perplessità.
Le rsu affermano che sia in termini di forma che di contenuti l'atteggiamento della Castello non ci è piaciuto. Nella forma in quanto abbiamo appreso della mobilità, con uno specifico documento, venerdì. Per poi poterne discutere solo tre giorni dopo e poi vedere invece rinviare il tema a gennaio. Un procedimento sinceramente un po' confuso. Per quanto riguarda invece l'aspetto più pratico, giudichiamo difficoltoso continuare a produrre 230 mila ettolitri di birra annui, e tanto meno i preventivati 250 mila, con solo 40 persone quando la media di quest'ultimo anno solare è stata di 45 persone con picchi, in estate, di 57. Ciò che proponiamo è di fare un accordo che si basi sulla volontarietà prevedendo ad esempio, nei prossimi tre anni di mobilità, di elaborare dei "provvedimenti scivolo" che accompagnino i più anziani alla pensione. No quindi a un taglio radicale di 20 persone e sì, invece, a una riduzione progressiva tramite la volontarietà.
Concorde Roberto Montagner, segretario regionale Flai-Cgil che sta seguendo la trattativa, che evidenzia il fatto che Castello sta avviando ottimi rapporti di collaborazione con grossi nomi internazionali della birra come Beck's. Ma anche Birra Messina. Realtà che potrebbero consentire l'incremento del volume produttivo che prevederebbe, di conseguenza, un numero di dipendenti di certo maggiore ai preventivati 40. Si tratta quindi di sospendere soluzioni traumatiche per confrontarci su orizzonti più ottimistici.
Da parte sua il sindaco di Pedavena Franco Zaetta, che ieri mattina ha incontrato i portavoce dei sindacati, spiega che è mia intenzione parlare con i responsabili dell'azienda per comprendere meglio la loro posizione e per verificare se possono esistere percorsi alternativi, meno indolori rispetto a quello delineato dalla Castello. Pur comprendendo le ragioni dell'azienda desidero però anche difendere il valore occupazionale. Ovviamente non ho la bacchetta magica ma mi impegno a trovare condivisione a tutela del lavoro dei diretti interessati e anche di quello investito due anni fa dall'intera comunità e dal territorio per salvaguardare la storica fabbrica.
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