Notizia del 08/11/2007
[Il Gazzettino]
A Pedavena nascerà l'"università" della birra. Dentro lo storico stabilimento Castello nessun albergo a cinque stelle con sauna, massaggi e piscine di lusso. La tradizione legata a malto e luppolo, che ormai da 110 anni ha fatto sì che la "bionda" sia diventata sinonimo di Pedavena, continuerà. Perchè tra le caldaie della Birreria la professionalità e l'amore per cotte e fermentazioni rimanga integro, è necessario però formare professionisti. Gente preparata per costruire la quale a tutt'oggi non esistono scuole specifiche. Ed è questo uno degli obiettivi principali di Castello Spa che, nel piano di rilancio vede la didattica tra le vere priorità.
Se la nostra azienda - spiega Stefano Falcone , capo marketing Castello - ha acquistato da Heineken lo stabilimento di Pedavena, è stato per produrre birra. La "bionda" come mission principale.
Falcone , cosa rispondete a chi vi accusa di non aver raggiunto gli obiettivi promessi cercando di trovare strade alternative alla produzione di birra?
Rispondo con i fatti e con i dati. Al momento della firma dell'accordo siglato fra le parti, la Castello ad aprile dello scorso anno, si era impegnata ad avviare una serie di investimenti nel comparto produttivo per un valore di almeno 700 mila euro. A Bilancio la società ha messo, invece, spese per adeguamenti strutturali per un milione e 600 mila. Ben quindi oltre gli accordi.
E dal punto di vista occupazionale?
Abbiamo firmato per mantenere a pieno regime 40 persone delle 60 attualmente in forza. E questo faremo, anzi la Castello ha deciso di prendere in pianta stabile 5 nuovi "commerciali"assumendoli" e questo oltre il numero prefissato.
Una parte dell'attuale personale dovrà quindi andare a casa?
Era negli accordi sottoscritti dalle parti.
C'è chi vi accusa di aver portato lo stabilimento di Pedavena da una produzione di 650 mila ettolitri annui a 230 mila. Un calo notevole?
È sicuramente un calo notevole ma è giusto capire che quando Heineken ha deciso di chiudere la sbarra della fabbrica ha portato la produzione a zero. Castello spa non è partita da 650 mila ma da zero assumendo tecnici, birrai e impiegati che la multinazionale aveva licenziato. Nel 2006 abbiamo prodotto 100 mila ettolitri, quest'anno contiamo di farne uscire 230 mila e nel 2008 250 mila con un aumento del 12%.
Tra i dubbi di chi vede nella vostra avventura un futuro non del tutto roseo, c'è quello che la Castello possa avere, non essendo una multinazionale, difficoltà rapportandosi sul mercato con dei colossi?
Non siamo certo degli sprovveduti.È doveroso sapere che abbiamo anche avviato un accordo con il colosso birrario tedesco Inbew che produce tra le altre birre la famosa Becks. Per la multinazionale numero uno al mondo imbottigliamo birra prodotta in Germania. E per riuscire ad entrare nelle "grazie" della Inbew abbiamo dovuto sudare le classiche sette camice. Promossi dopo attenti esami abbiamo dato il via all'importante collaborazione
Vi siete dati un tetto produttivo?
No il prossimo anno produrremo 250 mila ettolitri ma contiamo di crescere e i progetti per poterlo fare ci sono.
E in cosa consistono?
Migliorare la produzione, puntare con forza sul marketing come stiamo facendo e sulla didattica. È nostra intenzione utilizzare una parte dello stabilimento non più utilizzata a fini produttivi e si tratta della palazzina uffici e della vecchia falegnameria.
Come pensate di trasformarli?
In aule studio e in un vero e proprio studentato con camere e aree alloggio.
La Birreria quindi un scuola per birrai?
Una fabbrica di birra dove i ragazzi hanno le aule dentro la produzione. Sui "banchi" affiancando tecnici e operai al lavoro. Abbiamo già avviato una serie di accordi con le principali scuole alberghiere del Veneto e in un prossimo futuro avvicineremo le università.
Ma tutto questo perchè?
Vogliamo che Pedavena diventi sempre più sinonimo di birra in Italia. Produzione ma anche didattica.
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